Opera in quattro atti di Umberto Giordano, rappresentata al
Teatro alla Scala di Milano il 28 marzo 1896. Autore del libretto è Luigi
Illica, che trasse l'ispirazione da alcuni tragici episodi della rivoluzione
francese. La vicenda è ambientata nell'arco di tempo dal 1786 al 1794.
Nel primo atto vi è l'incontro di Andrea Chénier (tenore) con
l'ambiente galante nel quale vive la contessina Maddalena di Coigny (soprano).
Durante una festa in casa della contessa di Coigny, Andrea, invitato a prodursi
per la sua crescente fama di poeta, scandalizza quella società con un
canto pieno di ribellione contro l'antico regime, da lui accusato di egoismo.
Soltanto Maddalena ne rimane turbata e commossa. La festa è interrotta
nuovamente dall'arrivo del servitore rivoluzionario Gérard (baritono),
segretamente innamorato della sua padrona. Nel secondo atto la scena si sposta
nell'anno 1794. Roucher, amico di Andrea, che deluso dalla rivoluzione è
ormai sospettato dalla Convenzione, lo consiglia di porsi in salvo fuggendo.
Intanto Andrea incontra Maddalena che, non avendolo dimenticato dal giorno della
festa al castello, viene a chiedergli protezione. Il colloquio si risolve in una
reciproca ardente dichiarazione d'amore. Decisi ora a mettersi in salvo insieme,
la loro fuga è resa però impossibile dall'intervento di
Gérard, divenuto luogotenente di Robespierre e avvertito di
quell'incontro da una spia. Ne nasce una zuffa nella quale Gérard,
ferito, riconosce nel suo avversario il poeta e, spinto dalla sua segreta
passione, lo esorta a fuggire e a proteggere la contessina. Al sopraggiungere
delle guardie nega persino di avere riconosciuto il suo aggressore. Nel terzo
atto, Gérard, membro del tribunale rivoluzionario, è informato
dell'arresto di Andrea, e ne stende egli stesso l'atto d'accusa. Maddalena cerca
invano di implorare da lui la salvezza dell'amato, ma Gérard, ebbro di
desiderio, le grida selvaggiamente la propria passione. Allora Maddalena gli si
offre chiedendogli in cambio la vita di Andrea. Commosso da quel sacrificio,
Gérard vorrebbe ora salvare Andrea, ma il suo intervento non è
più efficace. Il tribunale ha già giudicato e condannato Andrea a
morte. Nell'ultimo atto, Gérard introduce Maddalena nel cortile delle
carceri dove avrà luogo l'esecuzione. Corrotta una guardia, la giovane
riesce a sostituirsi a un'altra condannata per poter morire insieme al suo
Andrea. Uniti, i due condannati salgono sul carretto che li porterà al
patibolo. Tra i brani più famosi vi sono le arie
Son sessant'anni
(primo atto) e
Nemico della patria (terzo atto) cantate da Gérard;
Un dì all'azzurro spazio (primo atto)
Sì fui soldato
(terzo atto) interpretate da Andrea e
La mamma morta eseguita da
Maddalena. Nell'ultimo atto, celebre è il brano di Chénier
Come
un bel dì di maggio e quello finale dei due innamorati
Vicina a
te... La nostra morte. L'opera ben si inserisce nel gusto verista italiano
per la presenza di un tono appassionato e la ricerca dell'effetto, ottenuto
soprattutto per mezzo di un canto esuberante e spiegato.